sabato 19 aprile 2014

Al Friuli il Napoli parte martello ma gli finisce incUdine

Nel Sabato Santo di Pasqua è di scena al Friuli il match tra Udinese e Napoli. Viste però le condizioni meteorologiche e le basse temperature sembra proprio che sia il giorno Di Natale, ma Guidolin preferisce tenerlo in panchina.
La grande assenza invece per il Napoli è quella di Higuain che non ha potuto giocare perchè in settimana ha preso una botta. Sconcerto da parte della showgirl partenopea Marika Fruscio che dichiara: “Ma allora io non potrei giocare mai...”
Out anche Lazzari dell'Udinese che non è della partita perchè infortunato alla caviglia. Il medico sociale fino all'ultimo ha cercato di convincerlo a provare a forzare sulla caviglia malconcia dicendogli “Lazzari alzati e cammina...” Ma niente, purtroppo per i friulani il medico non è riuscito a fare il miracolo.
Al Friuli scende in campo anche il grande ex Gokhan Inler. Quando l'ha rivisto a Udine, Pozzo non ha potuto nascondere la commozione, scoppiando in un pianto a dirotto. Soddisfatto, lo svizzero ha abbracciato il suo ex presidente e gli ha detto: “Presidente è commosso perchè ricorda i tempi di quando ero qui a Udine?” E Pozzo: “No, piango perchè la tua cessione al Napoli per 18 milioni è stato il più grande pacco della storia del calciomercato. Pensa che con quei soldi mi sono comprato 3 aliscafi, 2 ville, 1 elicottero e mi sono fatto pure un abbonamento quadriennale da Samantha. So che pure tu a Napoli stai facendo fare parecchi abbonamenti... ma ai centri di epatologia perchè hai fatto fare il fegato fracico a tutti quanti...”
Dopo il nostalgico siparietto comincia la partita. Il Napoli parte bene e Guidolin vede la sua squadra subire l'iniziativa degli ospiti. Così prova a scuotere i suoi. Il primo rimbrotto è per Gabriel Silva: “Gabriel ti ho detto di renderti protagonista! Prova a fare qualche magia, nell'uno contro uno fai scomparire il pallone all'avversario” “Mister ma io chiamo Silva, mica mi chiamo Silvan” è stata la risposta piccata del giocatore dal campo.
Breve conciliabolo anche tra Behrami ed Insigne su alcune marcature da tenere in campo. E' lo svizzero a chiedere supporto al compagno: “Lorenzo per caso hai visto la mezzala che il mister mi ha detto di marcare?” E Insigne: “Allan!” “Ma la vuoi smettere di esprimerti sempre in dialetto che non ti riesco a capire? - ha replicato Bherami - Devi dire 'Eccola' non 'Allan'...”
Al minuto 39 il Napoli trova il vantaggio con Callejon che fa partire un bolide di grande potenza che il portiere dell'Udinese non riesce nemmeno a sfiorare. Friulani sotto di un gol e reazione infastidita dell'estremo difensore nei confronti dello spagnolo: “Ma come, io so' Scuppett e tu tiri ste botte...”
E Callejon gli ha subito risposto in rima: “Caro Scuffett non fare lo Scurrett perchè io Scummett che non l'hai vista proprio questa Scuppett, perciò fammi le tue Scusett se no io prima ti Sculett e poi ti do un pacchero dietro o' Scuzzett...”
Purtroppo però nella ripresa, dopo una serie di esaltanti prestazioni, ritorna l'ombra di Papereina che tradisce il portiere azzurro proprio sul suo pezzo forte, la giocata di piede. Così la palla arriva a Bruno Fernandes che è libero dalla marcatura di Biondo Fernandez e mette agevolmente in rete. E' il pareggio.
I partenopei poi calano di intensità e condizione e non riescono più a vincere il match.
A Udine per Pasqua il Napoli voleva trovare nell'uovo la sorpresa, ma invece ci ha trovato il tuorlo e l'albume, con il quale speriamo che Benitez potrà fare uno zabaione ricostituente a tutta la truppa azzurra per ritrovare una condizione fisica migliore in vista della finale di Coppa Italia.
Intanto il presidente De Laurentiis vive così una Pasqua anomala e inattesa sia per le inconsuete basse temperature e sia per un Napoli che troppo anticipatamente ha deposto i suoi obiettivi stagionali. Verrebbe da dire che “Questa Pasqua si è presentata proprio come Dio comanda. Presidè con la Juve a -20 fa freddo, fa freddo, fa freddo!!!”
Sembra proprio di assistere alla parodia di “Natale in Casa...tiello”.

Diodato De Martino

domenica 13 aprile 2014

La Lazio paga dazio con una Triplipita d'oro

La settimana che ha portato alla sfida con la Lazio è stata condita dalle diverse tappe della grottesca vicenda che ha visto il presidente De Laurentiis autore di una presunta aggressione nei confronti di un tifoso napoletano che si era permesso di offenderlo in maniera deprecabile dicendogli addirittura: “Presidente noi vogliamo vincere!”
Ma come si può pensare che il pacato De Laurentiis abbia potuto aggredire con violenza un tifoso del Napoli? Il video che ha fatto il giro del web non fornisce immagini chiare e poi il presidente non è proprio il tipo di persona che può fare una cosa del genere. Oddio, si dice che Insigne prima di giocare nel Napoli era alto un metro e novantaquattro e dopo aver sbagliato il 74esimo tiro a giro sul secondo palo De Laurentiis l'abbia fatto diventare un metro e sessanta a furia dei cazzotti in testa che gli ha dato che gli hanno bloccato la crescita.
Certo, si dice pure che Zapata era di nazionalità svedese, era biondo, occhi azzurri e con una candida carnagione bianca. Poi l'anno scorso quando è approdato a Napoli ha commesso l'imperdonabile errore di chiedere a De Laurentiis la proprietà dei diritti di immagine sul suo contratto e il presidente lo ha abbuffato di mazzate e lo ha fatto diventare nero.
Per non parlare poi di quello che si vocifera sul caso Zuniga. Sembra che De Laurentiis gli abbia staccato ad una ad una tutte le dita dei piedi quando si è accorto che sul rinnovo del colombiano c'era uno zero in più rispetto ai 400 mila euro che il presidente voleva al massimo spendere per il suo ingaggio.
Ma queste sono solo voci infondate. Veniamo alla partita che è meglio. Dunque De Laurentiis ha dichiarato alla vigilia che per battere la Lazio bisognava aggredirla. Al che è intervenuto Benitez e ha detto: “Aurè sta settimana già hai fatto troppi guai. Prendi il croccantino a vai a giocare con il gomitolo di lana che ti ho messo nella cuccetta...”
La Lazio di scena al San Paolo non può che rievocare nella mente dei tifosi la sfida della scorsa stagione dove gli azzurri vinsero con una tripletta di Cavani. Da allora molte cose sono cambiate. Se infatti in quella partita in campo c'era Cavani che è il passato, oggi in campo c'era Cavanda che invece è il gerundio.
Ma ciò che manda in visibilio la tifoseria azzurra è di sicuro il presente che si chiama Gonzalo Higuain. Il Pipita infatti mette a segno tre gol, diventando così Triplipita e stendendo la Lazio.
In tema di bomber, purtroppo non è potuto essere della sfida il giovane talento della Lazio Keita. Ufficialmente per una distorsione al ginocchio, ma in realtà pare che l'attaccante sia dovuto ritornare in Senegal per sbrigare una pratica burocratica nel suo comune di nascita. L'accidentale smarrimento di alcuni documenti ha infatti obbligato Keita a recarsi in patria per comunicare all'ufficio anagrafe quali suoi parenti fossero ancora viventi e quali invece fossero trapassati. Il giovane attaccante ha dovuto così distinguere i Keita vivi dai Keita morti.
Al San Paolo era presente anche una nutrita rappresentanza di tifosi laziali che come al solito è stata tacciata di essere una fazione di chiara matrice fascista. Francamente credo sia sbagliato generalizzare su un'intera tifoseria e fare di tutta l'erba un fascio...
Alla fine il risultato del match è stato 4-2 per il Napoli. Un esito che seppur così netto non è stato compreso dal direttore sportivo della Lazio. D'altra parte si sa che un risultato Netto non comprende la Tare.
Nelle interviste del post gara è voluto ritornare anche l'ex allenatore del Napoli Reja sull'episodio dell'aggressione di De Laurentiis al tifoso: “Conosco Aurelio da tanti anni – ha precisato il tecnico – e mi sento di escludere categoricamente che abbia potuto aggredire una persona usando violenza contro chi appartiene alla famiglia Napoli. Ora però scusate ma devo andare perché mi gira un po' la testa. Ho ancora i postumi di una capata in bocca che presi qualche anno fa in questi spogliatoi da un signore con la barbetta che mi insultava in dialetto romanesco”.

Diodato De Martino

domenica 6 aprile 2014

Il Parmigiano è indigesto per il Napoli

La settimana che ha portato alla gara contro il Parma è stata caratterizzata da diverse ed incerte notizie riguardanti il futuro di Pepe Reina. A Castel Volturno c'è stato un fitto faccia a faccia tra Reina e Bigon al fine di comprendere le reali intenzioni del portiere azzurro sul suo futuro. Nel confronto tra il giocatore e il direttore sportivo, Pepe Reina è stato molto vago e poco chiaro nell'esporre le sue preferenze per la prossima stagione. Infatti, pare che Reina abbia detto a Bigon: “Io sto bene a Napoli, ma a fine stagione dovrò tornare al Liverpool. Certo, a chi non farebbe piacere giocare nel Barcellona. Anche se non mi dispiacerebbe un'esperienza al Bayern Monaco. Per non parlare poi del PSG che pure non sarebbe male...” Tant'è che Bigon l'ha guardato spaesato e gli ha risposto smarrito: “Pepe, con le tue parole non ho capito proprio dove vuoi andare a parare...”
Si è giunti così alla delicata sfida contro il Parma. Il grande assente della partita è stato sicuramente Antonio Cassano che non ha potuto partecipare al match in quanto è dovuto tornare a Bari con la moglie per eseguire un'importante operazione bancaria. Si dice che Cassano e consorte si siano recati presso la Banca Popolare di Bari per depositare ben un milione di euro. Arrivati allo sportello, si sono rivolti al cassiere nel loro dialetto barese: “Auee...siemo venuti a depositere un miliene in benche...”. A quel punto, il cassiere, volendo precisazioni sul tipo di deposito, se libero o vincolato, ha chiesto ai due coniugi: “Vinculete?”. E la moglie di Cassano imbarazzata: “Eh, ogni tento...!!!”
Purtroppo con l'assenza del talento di Bari Vecchia la partita ha perso molto del suo spessore tecnico in quanto Cassano è unico e insostituibile. Difatti si può dire con convinzione che Cassano nel suo genere è un giocatore singolare. Tant'è vero che nel Parma si distingue da Cassani che invece è plurale.
Al Tardini per questo posticipo serale c'era anche uno spettatore d'eccezione sulle tribune. Si tratta dell'indimenticato Gianfranco Zola che ha militato sia nel Napoli che nel Parma. Per chi non lo sapesse, Zola dopo la carriera calcistica si è dedicato all'imprenditoria, commercializzando formaggio in Inghilterra. E per ricordare una frase che i tifosi del Chelsea gli gridavano quando giocava a Londra, e cioè “Vai vai Zola”, ha chiamato il suo formaggio “Go go Zola”. Un grande successo.
Per ciò che concerne l'esito della partita, il Parma si è imposto sugli azzurri con il risultato di 1-0. L'autore del gol aveva promesso in settimana ai suoi tifosi che avrebbe segnato contro il Napoli ed in effetti è stato di Parolo.
I partenopei dal canto loro sono stati alquanto sterili nella finalizzazione. Basti pensare che il portiere del Parma è stato Mirante di nome e di fatto in quanto si è mirato la partita senza toccare nemmeno un pallone. In realtà Mirante una palla stava pure per toccarla ma Zapata lo ha anticipato e lui lo ha messo giù in area di rigore.
La squadra di Benitez è stata apatica nella costruzione del gioco. Si sono viste poche trame ragionate e tanti lanci in area di rigore che la difesa del Parma ha facilmente spazzato con l'aiuto di Paletta.
Il Parma nel finale ha protestato per un fallo non concesso dall'arbitro. E' stato Fernandez ad aver toccato Gobbi, ma il difensore si è discolpato dicendo che l'ha fatto solo per buon augurio.
Nei minuti di recupero, quando si attendeva l'assalto del Napoli, è stata la squadra di casa a chiudere la partita in avanti. Infatti al minuto 94, S'imbuca Molinaro, ubriaca di finte gli azzurri e lascia l'amaro in bocca a tutti i napoletani.
Fischio finale. L'obiettivo secondo posto fa ormai Acquah da tutte le parti ed il Napoli perde così Felipe ed il paniere. Al Tardini il parmigiano è parecchio indigesto per gli azzurri ed ora per digerire questa sconfitta mi sa che c'è proprio bisogno di un “S'imbuca Molinaro”.

Diodato De Martino