domenica 13 aprile 2014

La Lazio paga dazio con una Triplipita d'oro

La settimana che ha portato alla sfida con la Lazio è stata condita dalle diverse tappe della grottesca vicenda che ha visto il presidente De Laurentiis autore di una presunta aggressione nei confronti di un tifoso napoletano che si era permesso di offenderlo in maniera deprecabile dicendogli addirittura: “Presidente noi vogliamo vincere!”
Ma come si può pensare che il pacato De Laurentiis abbia potuto aggredire con violenza un tifoso del Napoli? Il video che ha fatto il giro del web non fornisce immagini chiare e poi il presidente non è proprio il tipo di persona che può fare una cosa del genere. Oddio, si dice che Insigne prima di giocare nel Napoli era alto un metro e novantaquattro e dopo aver sbagliato il 74esimo tiro a giro sul secondo palo De Laurentiis l'abbia fatto diventare un metro e sessanta a furia dei cazzotti in testa che gli ha dato che gli hanno bloccato la crescita.
Certo, si dice pure che Zapata era di nazionalità svedese, era biondo, occhi azzurri e con una candida carnagione bianca. Poi l'anno scorso quando è approdato a Napoli ha commesso l'imperdonabile errore di chiedere a De Laurentiis la proprietà dei diritti di immagine sul suo contratto e il presidente lo ha abbuffato di mazzate e lo ha fatto diventare nero.
Per non parlare poi di quello che si vocifera sul caso Zuniga. Sembra che De Laurentiis gli abbia staccato ad una ad una tutte le dita dei piedi quando si è accorto che sul rinnovo del colombiano c'era uno zero in più rispetto ai 400 mila euro che il presidente voleva al massimo spendere per il suo ingaggio.
Ma queste sono solo voci infondate. Veniamo alla partita che è meglio. Dunque De Laurentiis ha dichiarato alla vigilia che per battere la Lazio bisognava aggredirla. Al che è intervenuto Benitez e ha detto: “Aurè sta settimana già hai fatto troppi guai. Prendi il croccantino a vai a giocare con il gomitolo di lana che ti ho messo nella cuccetta...”
La Lazio di scena al San Paolo non può che rievocare nella mente dei tifosi la sfida della scorsa stagione dove gli azzurri vinsero con una tripletta di Cavani. Da allora molte cose sono cambiate. Se infatti in quella partita in campo c'era Cavani che è il passato, oggi in campo c'era Cavanda che invece è il gerundio.
Ma ciò che manda in visibilio la tifoseria azzurra è di sicuro il presente che si chiama Gonzalo Higuain. Il Pipita infatti mette a segno tre gol, diventando così Triplipita e stendendo la Lazio.
In tema di bomber, purtroppo non è potuto essere della sfida il giovane talento della Lazio Keita. Ufficialmente per una distorsione al ginocchio, ma in realtà pare che l'attaccante sia dovuto ritornare in Senegal per sbrigare una pratica burocratica nel suo comune di nascita. L'accidentale smarrimento di alcuni documenti ha infatti obbligato Keita a recarsi in patria per comunicare all'ufficio anagrafe quali suoi parenti fossero ancora viventi e quali invece fossero trapassati. Il giovane attaccante ha dovuto così distinguere i Keita vivi dai Keita morti.
Al San Paolo era presente anche una nutrita rappresentanza di tifosi laziali che come al solito è stata tacciata di essere una fazione di chiara matrice fascista. Francamente credo sia sbagliato generalizzare su un'intera tifoseria e fare di tutta l'erba un fascio...
Alla fine il risultato del match è stato 4-2 per il Napoli. Un esito che seppur così netto non è stato compreso dal direttore sportivo della Lazio. D'altra parte si sa che un risultato Netto non comprende la Tare.
Nelle interviste del post gara è voluto ritornare anche l'ex allenatore del Napoli Reja sull'episodio dell'aggressione di De Laurentiis al tifoso: “Conosco Aurelio da tanti anni – ha precisato il tecnico – e mi sento di escludere categoricamente che abbia potuto aggredire una persona usando violenza contro chi appartiene alla famiglia Napoli. Ora però scusate ma devo andare perché mi gira un po' la testa. Ho ancora i postumi di una capata in bocca che presi qualche anno fa in questi spogliatoi da un signore con la barbetta che mi insultava in dialetto romanesco”.

Diodato De Martino