La
favola di Insigne al Napoli è cominciata due anni or sono. Il
figliol prodigo, ritornato a casa dal Pescara, già bramava la voglia
di calarsi appieno nella sua Napoli con la sua napoletanità. Ed
invece nel giro di due anni si è trovato catapultato nella più
poliglotta delle squadre internazionali.
Il povero
Lorenzo infatti da poco si stava cominciando a capire con Christian
Maggio che parlava questa lingua per lui così arcana e misteriosa:
l'italiano. Lui che spesso non si capiva nemmeno con Paolo Cannavaro
visto che il dialetto di Fuorigrotta aveva cadenze differenti
rispetto a quelle di Frattamaggiore.
Ma è
nell'ultimo anno, quando ha dovuto fronteggiare comunicativamente la
colonia spagnola, che si è toccato per Lorenzino l'apice
dell'astruso. E allora via ai siparietti che non ti aspetti.
Era la gara
Napoli – Samp, verticalizzazione di Callejon che servì in
profondità Lorenzino che però non scattò, mostrando nella
circostanza poco dinamismo. Non si fece attendere il rimbrotto di
Callejon. “Vai Lorenzo Adelante”
“Ma vacci
tu all'Atalanta! E' vero che non sono arrivato sul pallone ma che mi
vuoi mandare addirittura a Bergamo mi pare esagerato...”
A quel
punto, intervenne Benitez dalla panchina che per placare gli animi e
sottolineare alla squadra che bisognava attaccare con un ritmo di
gara che fosse senza fretta ma sempre costante, sfoggiò il suo detto
più noto: “Ragazzi Sin prisa, ma sin pausa”
“Zi' Luisa
è in menopausa? - replicò Lorenzo - Mo ho capito perchè teneva
sempre quelle vampate di calore...”
Al di là
delle sue problematiche comunicative, occorre però rimarcare che
Insigne quest'anno ha palesato oltre a delle giocate di classe pura,
anche un'invidiabile condizione fisica che gli ha permesso di curare
anche la fase difensiva sulla sua fascia di competenza. Tanto
agonismo però ha indotto i delegati del Coni ad invitare il piccolo
Insignuccio ad effettuare il test antidoping in una delle ultime gare
casalinghe degli azzurri. Si narra che il
delegato del Coni appena lo vide entrare, vista la statura, invece
della consueta provetta gli fece fare la pipì in un vasino a forma
di cagnolino e quando finì gli disse sorridendo: “L'hai fatta
tutta tutta? E bravo al mio piccolino. E di chi è questo bel
pesciolino? Di chi è? Del delegatuccio tuo?”
Lorenzo Insigne è stato comunque uno dei giocatori più
decisivi nel finale di stagione che ha portato il terzo posto in
campionato e la vittoria della Coppa Italia.
Proprio
in occasione della finale di coppa contro la Fiorentina, Benitez
pochi
minuti prima dell'ingresso in campo raccolse attorno a sé l'intera
squadra e per caricarla disse: “Ragazzi
è l’ora X”
“Azz!
Già si sono fatte le dieci!” rispose Insigne che aveva acquistato
da poco un orologio con i numeri romani.
Alla
fine il risultato
della partita fu di 3-1 per gli azzurri. Il grande protagonista del
match fu certamente il nostro Lorenzino che a fine gara raccolse gli
elogi del presidente De Laurentiis che sul campioncino azzurro
dichiarò: “Sono soddisfatto della stagione di Lorenzo. Sono
convinto però che può crescere ancora”
“Lo
spero proprio. – replicò Insigne - Sono stanco di essere sempre
scambiato col bambino che tengo per mano quando facciamo l'ingresso
in campo...”
E così, come naturale epilogo di
una stagione tanto positiva, è arrivata per Insigne la tanto attesa
convocazione in Nazionale per la spedizione dell'Italia di Prandelli
al Mondiale in Brasile.
Lorenzo che fino alla fine era in
bilico per la sua convocazione si è presentato a Coverciano per il
primo allenamento con la maglietta di Maradona. A chi gli ha chiesto
spiegazioni sul perché di quel gesto, Insigne ha così risposto:
“Parecchi hanno detto che non meritavo di venire al Mondiale perché
mi mancava la stoffa del campione, allora mi sono portato la
maglietta di Maradona. Guardate che questa è quella originale di
Diego, gliela prese mio zio Ciro nell'invasione di campo della finale
di coppa Uefa con lo Stoccarda del 1989...”
Diodato De Martino
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