Josè
Maria Callejon nasce in Spagna l'11 febbraio 1987 ed ha un fratello
che è praticamente identico a lui sia nei lineamenti nel viso che
nella struttura corporea. I due sono gemelli. Poi un altro fratello è
scorpione e un cugino di secondo grado invece è capricorno.
Inoltre, non tutti sanno che il
padre di Josè è balbuziente e per questo tutti lo chiamano
Cacallejon.
Cresce calcisticamente nelle
giovanili del Real Madrid. Con la maglia dei blancos segna il suo
primo gol in un trofeo dedicato ad una delle note musicali: La coppa
del Re.
Approda
a Napoli nel Luglio del 2013. A prima vista poteva sembrare uno dei soliti pacchi
di Bigon, ma già dalla sue prime giocate lascia intravedere le sue
qualità. Eppure era giunto a Napoli tra lo scetticismo di molti, tra
cui Benitez che sull'esterno aveva dichiarato: “Ho voluto
fortemente Higuain perchè prediligo tutti quei giocatori che hanno i
cognomi che finiscono cogli in. Avevo invece qualche dubbio su
Callejon perchè non mi convincono tanto quelli che finiscono cogli
on...”
Lo spagnolo sceglie la maglia
numero sette, ereditando il peso dei suoi recenti predecessori.
Callejon però sembra pronto a raccogliere l'importante retaggio,
dichiarando spocchioso alla stampa: “Sono consapevole di aver
scelto un numero importante che è stato sulle spalle di miei
illustri predecessori come Turrini, Incocciati e il grande Tebaldo
Bigliardi”.
Diciamo che era meglio se Callejon
evitava di comprare il Dvd della storia del Napoli sulla bancarella
di Mohamed a Piazza Garibaldi.
L'avventura
partenopea di Callejon ha però trovato da subito delle
insormontabili insidie di comunicabilità con un particolare compagno
di squadra, l'autoctono napoletano Lorenzo Insigne. Spesso Callejon
ha provato a comunicare con lui in catalano ma Insigne percepiva
quelle parole come dei suoni indefiniti che rimbalzavano nelle sue
orecchie alla stessa stregua di un rutto o un colpo di clacson.
Purtroppo questo spagnolo sembrava
davvero una lingua incomprensibile per il campioncino targato Na. Che
poi, parliamoci chiaro, se tu chiedi a un napoletano che cosa conosce
della Spagna, lui riassumerà il tutto in poche nozioni: le nacchere,
la corrida, la macarena, la paeglia (rigorosamente scritto così) e
il pan di Spagna per le torte di compleanno. E basta.
Eppure quest'annata è corsa
inevitabilmente sull'asse linguistico Italia-Spagna. E allora via ai
siparietti che non ti aspetti.
Nell'ultima
gara casalinga contro la Juventus, Callejon aveva appena
messo la palla in gol e nel festeggiare la marcatura con i compagni
si è rivolto a loro gridando: “Vamos! Vamos!” Insigne è
arrivato di corsa dalle retrovie, ha abbracciato il compagno e ha
risposto: “Si, anche noi t'amiamos, Callejons...”
Inoltre,
c'è da dire che l'assist per il gol è stato pennellato proprio da
Insigne e Callejon per ringraziarlo dell'ottima rifinitura non ha
nascosto la sua riconoscenza dicendogli:
“Lorenso te quiero....”
“Chieremi
tutto Josè – ha risposto Insigne - mi puoi chierere quello che
vuoi, ti sentos...”
Ad
ogni modo, si può dire che nonostante qualche problemino di
ambientamento, lo spagnolo in poco tempo ha davvero conquistato tutti
con le sue squisite doti tecniche. Eppure mi sono chiesto: E se non
fosse stato un calciatore? Ho provato a pensare a quale sarebbe
potuta essere la professione dell'ex Real se non avesse fatto
carriera del mondo del calcio. Io lo avrei visto in un contesto
botanico. Già
mi immagino l'insegna del suo negozio di fiori: “CALLE jon”
E
allora venghino signori, venghino. Ci sono petali e fiori per tutti i
tifosi del Napoli. All'ombra del Vesuvio è sbocciato il talento
cristallino di Josè Maria Callejon...
Diodato De Martino