venerdì 8 agosto 2014

Illustre...Esimio...Insigne...Lorenzo

La favola di Insigne al Napoli è cominciata due anni or sono. Il figliol prodigo, ritornato a casa dal Pescara, già bramava la voglia di calarsi appieno nella sua Napoli con la sua napoletanità. Ed invece nel giro di due anni si è trovato catapultato nella più poliglotta delle squadre internazionali.
Il povero Lorenzo infatti da poco si stava cominciando a capire con Christian Maggio che parlava questa lingua per lui così arcana e misteriosa: l'italiano. Lui che spesso non si capiva nemmeno con Paolo Cannavaro visto che il dialetto di Fuorigrotta aveva cadenze differenti rispetto a quelle di Frattamaggiore.
Ma è nell'ultimo anno, quando ha dovuto fronteggiare comunicativamente la colonia spagnola, che si è toccato per Lorenzino l'apice dell'astruso. E allora via ai siparietti che non ti aspetti.
Era la gara Napoli – Samp, verticalizzazione di Callejon che servì in profondità Lorenzino che però non scattò, mostrando nella circostanza poco dinamismo. Non si fece attendere il rimbrotto di Callejon. “Vai Lorenzo Adelante”
Ma vacci tu all'Atalanta! E' vero che non sono arrivato sul pallone ma che mi vuoi mandare addirittura a Bergamo mi pare esagerato...”
A quel punto, intervenne Benitez dalla panchina che per placare gli animi e sottolineare alla squadra che bisognava attaccare con un ritmo di gara che fosse senza fretta ma sempre costante, sfoggiò il suo detto più noto: “Ragazzi Sin prisa, ma sin pausa”
Zi' Luisa è in menopausa? - replicò Lorenzo - Mo ho capito perchè teneva sempre quelle vampate di calore...”
Al di là delle sue problematiche comunicative, occorre però rimarcare che Insigne quest'anno ha palesato oltre a delle giocate di classe pura, anche un'invidiabile condizione fisica che gli ha permesso di curare anche la fase difensiva sulla sua fascia di competenza. Tanto agonismo però ha indotto i delegati del Coni ad invitare il piccolo Insignuccio ad effettuare il test antidoping in una delle ultime gare casalinghe degli azzurri. Si narra che il delegato del Coni appena lo vide entrare, vista la statura, invece della consueta provetta gli fece fare la pipì in un vasino a forma di cagnolino e quando finì gli disse sorridendo: “L'hai fatta tutta tutta? E bravo al mio piccolino. E di chi è questo bel pesciolino? Di chi è? Del delegatuccio tuo?”
Lorenzo Insigne è stato comunque uno dei giocatori più decisivi nel finale di stagione che ha portato il terzo posto in campionato e la vittoria della Coppa Italia.
Proprio in occasione della finale di coppa contro la Fiorentina, Benitez pochi minuti prima dell'ingresso in campo raccolse attorno a sé l'intera squadra e per caricarla disse: “Ragazzi è l’ora X”
Azz! Già si sono fatte le dieci!” rispose Insigne che aveva acquistato da poco un orologio con i numeri romani.
Alla fine il risultato della partita fu di 3-1 per gli azzurri. Il grande protagonista del match fu certamente il nostro Lorenzino che a fine gara raccolse gli elogi del presidente De Laurentiis che sul campioncino azzurro dichiarò: “Sono soddisfatto della stagione di Lorenzo. Sono convinto però che può crescere ancora”
Lo spero proprio. – replicò Insigne - Sono stanco di essere sempre scambiato col bambino che tengo per mano quando facciamo l'ingresso in campo...”
E così, come naturale epilogo di una stagione tanto positiva, è arrivata per Insigne la tanto attesa convocazione in Nazionale per la spedizione dell'Italia di Prandelli al Mondiale in Brasile.
Lorenzo che fino alla fine era in bilico per la sua convocazione si è presentato a Coverciano per il primo allenamento con la maglietta di Maradona. A chi gli ha chiesto spiegazioni sul perché di quel gesto, Insigne ha così risposto: “Parecchi hanno detto che non meritavo di venire al Mondiale perché mi mancava la stoffa del campione, allora mi sono portato la maglietta di Maradona. Guardate che questa è quella originale di Diego, gliela prese mio zio Ciro nell'invasione di campo della finale di coppa Uefa con lo Stoccarda del 1989...”


Diodato De Martino