L'Italia di
Prandelli è uscita anzitempo dal mondiale carioca e per la Nazionale
è tempo di processi per scovare i colpevoli della disfatta
calcistica.
Andiamo dunque a
seguire il maxi processo all'Italia con i maggiori capi d'accusa agli
imputati e le sentenze più clamorose.
Si parte dal
portiere, dove Buffon è stato condannato per direttissima senza
possibilità di appello.
“Ma signor
giudice, - ha provato a scagionarsi il portiere azzurro - mi
condannate senza interpellare nemmeno la mia difesa?”
“Ma perchè con
Paletta, Chiellini e Abate tieni la difesa? Andiamo avanti e non
perdiamo tempo” ha replicato il giudice, sbrigando velocemente la
pratica.
Uno dei principali
capi d'accusa che sono stati rivolti ai giocatori della Nazionale è
rappresentato dalle presunte distrazioni sessuali che il Brasile ha
offerto loro e che hanno inciso sulle deludenti prestazioni in campo.
Il giudice infatti per capire bene la questione durante il processo
ha sentito ben 5 Squillo.
Al che ha preso la
parola Cassano e ha detto: “Signor giudice, ma se avete sentito 5
squillo probabilmente sarà una chiamata...”
Per giudicare invece
Giorgio Chiellini il giudice si è trovato di fronte ad una evidente
difficoltà legislativa in quanto non sapeva a quale codice fare
riferimento: se il codice penale, il codice civile o addirittura,
richiamando quello adottato da Prandelli, il codice etico. Ma alla
fine visto quello che è accaduto con Suarez, ha scelto il codice
morse.
In pratica, il
giudice invece di far appello alle norme giuridiche della
deontologia, è stato costretto a ricorrere alla dentologia...
Il Pubblico
Ministero ha poi interrogato De Rossi per quasi due ore. Gli ha messo
sei e mezzo, dicendogli di ripetere meglio la rivoluzione francese e
la spedizione dei mille.
Sul banco degli
imputati anche il Ct Prandelli, accusato di omissione di soccorso nei
confronti di una squadra non autosufficiente e al completo sbando
tecnico-tattico.
Il Pubblico
Ministero ha incriminato l'allenatore per una totale assenza in
panchina e per non aver saputo preparare nel giusto modo le partite
del girone. Così ha rivolto al mister alcune specifiche domande:
“Signor Prandelli, ma lei dove
era alla vigilia della gara contro l'Inghilterra?”
“Ero
al al mare”
“E
prima della gara con la Costa Rica?”
“Ero
in piscina”
“E
soprattutto prima della partita contro l'Uruguay, dove si trovava?
“Ero
sotto la doccia”
“Signor
Prandelli, questi suoi alibi fanno acqua da tutte le parti!” ha
chiosato rassegnato l'inquirente.
Dopo
il Ct, si è presentato al cospetto dei magistrati il sospettato
numero uno (anzi numero nove) del fallimento in terra carioca: lui,
Mario Balotelli.
“Signor Balotelli
– ha esordito il PM - E' la prima volta che entra in un foro?
“Modestamente
tengo la residenza onoraria in migliaia di fori in tutto il Mondo”
ha replicato l'attaccante.
E il magistrato: “Ma
ha capito che siamo in un tribunale dove affrontiamo questioni di
pene?”
Appunto! Da quel
punto di vista vado alla grande, - ha ribattuto il bomber -
chiedetelo pure a Fanny.”
Purtroppo, come era
facilmente prevedibile Balotelli è stato condannato senza
possibilità di appello per aver commesso il grave reato di
“penculato”
Nella lettura della
sentenza il giudice si è così pronunciato: “Occorre depenalizzare
Balotelli!”
A quel punto in
molti hanno pensato ad una inattesa assoluzione per Super Mario. Ma
poi il prosieguo della sentenza ha chiarito il concetto inappellabile
del giudice: “Dicevo, occorre depenalizzare Balotelli nel senso che
è la castrazione l'unico modo per metterlo a
posto...”
L'avvocato
di Balotelli alla fine del processo si è rivolto al giocatore,
pretendendo il suo onorario: “Mario, voglio la grande parcella che
mi avevi promesso!”
E
Balotelli: “Certo avvocato, prenda pure il mio cellulare e scelga
dalla rubrica quella che preferisce che gliela mando a casa
vogliosa e bollente...”
Il
maxi processo si è così concluso con la Nazionale italiana che è
risultata impietosamente colpevole per la disfatta del mondiale in
Brasile. Il giudice ha infatti ritenuto l'intero gruppo azzurro “Reo”
de Janeiro.
Per fortuna è
intervenuto a supporto del giudice il suo cancelliere. Solo grazie a
lui infatti questo indegno Mondiale in Brasile potrà essere
cancellato dalla memoria di tutti i tifosi italiani.
Diodato De Martino