La
settimana che ha portato alla sfida con la Lazio è stata condita
dalle diverse tappe della grottesca vicenda che ha visto il
presidente De Laurentiis autore di una presunta aggressione nei
confronti di un tifoso napoletano che si era permesso di offenderlo
in maniera deprecabile dicendogli addirittura: “Presidente noi
vogliamo vincere!”
Ma
come si può pensare che il pacato De Laurentiis abbia potuto
aggredire con violenza un tifoso del Napoli? Il video che ha fatto il
giro del web non fornisce immagini chiare e poi il presidente non è
proprio il tipo di persona che può fare una cosa del genere. Oddio,
si dice che Insigne prima di giocare nel Napoli era alto un metro e
novantaquattro e dopo aver sbagliato il 74esimo tiro a giro sul
secondo palo De Laurentiis l'abbia fatto diventare un metro e
sessanta a furia dei cazzotti in testa che gli ha dato che gli hanno
bloccato la crescita.
Certo,
si dice pure che Zapata era di nazionalità svedese, era biondo,
occhi azzurri e con una candida carnagione bianca. Poi l'anno scorso
quando è approdato a Napoli ha commesso l'imperdonabile errore di
chiedere a De Laurentiis la proprietà dei diritti di immagine sul
suo contratto e il presidente lo ha abbuffato di mazzate e lo ha
fatto diventare nero.
Per
non parlare poi di quello che si vocifera sul caso Zuniga. Sembra che
De Laurentiis gli abbia staccato ad una ad una tutte le dita dei
piedi quando si è accorto che sul rinnovo del colombiano c'era uno
zero in più rispetto ai 400 mila euro che il presidente voleva al
massimo spendere per il suo ingaggio.
Ma
queste sono solo voci infondate. Veniamo alla partita che è meglio.
Dunque De Laurentiis ha dichiarato alla vigilia che per battere la
Lazio bisognava aggredirla. Al che è intervenuto Benitez e ha detto:
“Aurè sta settimana già hai fatto troppi guai. Prendi il
croccantino a vai a giocare con il gomitolo di lana che ti ho messo
nella cuccetta...”
La
Lazio di scena al San Paolo non può che rievocare nella mente dei
tifosi la sfida della scorsa stagione dove gli azzurri vinsero con
una tripletta di Cavani. Da allora molte cose sono cambiate. Se
infatti in quella partita in campo c'era Cavani che è il passato,
oggi in campo c'era Cavanda che invece è il gerundio.
Ma
ciò che manda in visibilio la tifoseria azzurra è di sicuro il
presente che si chiama Gonzalo Higuain. Il Pipita infatti mette a
segno tre gol, diventando così Triplipita e stendendo la Lazio.
In
tema di bomber, purtroppo non è potuto essere della sfida il giovane
talento della Lazio Keita. Ufficialmente per una distorsione al
ginocchio, ma in realtà pare che l'attaccante sia dovuto ritornare
in Senegal per sbrigare una pratica burocratica nel suo comune di
nascita. L'accidentale smarrimento di alcuni documenti ha infatti
obbligato Keita a recarsi in patria per comunicare all'ufficio
anagrafe quali suoi parenti fossero ancora viventi e quali invece
fossero trapassati. Il giovane attaccante ha dovuto così distinguere
i Keita vivi dai Keita morti.
Al
San Paolo era presente anche una nutrita rappresentanza di tifosi
laziali che come al solito è stata tacciata di essere una fazione di
chiara matrice fascista. Francamente credo sia sbagliato
generalizzare su un'intera tifoseria e fare di tutta l'erba un
fascio...
Alla
fine il risultato del match è stato 4-2 per il Napoli. Un esito che
seppur così netto non è stato compreso dal direttore sportivo della
Lazio. D'altra parte si sa che un risultato Netto non comprende la
Tare.
Nelle
interviste del post gara è voluto ritornare anche l'ex allenatore
del Napoli Reja sull'episodio dell'aggressione di De Laurentiis al
tifoso: “Conosco Aurelio da tanti anni – ha precisato il tecnico
– e mi sento di escludere categoricamente che abbia potuto
aggredire una persona usando violenza contro chi appartiene alla
famiglia Napoli. Ora però scusate ma devo andare perché mi gira un
po' la testa. Ho ancora i postumi di una capata in bocca che presi
qualche anno fa in questi spogliatoi da un signore con la barbetta
che mi insultava in dialetto romanesco”.
Diodato
De Martino